Io gioco io suono io sono
Il Laboratorio è consigliato ai bambini della fascia di età dai 5 ai 9 anni per iniziare gli studi musicali.
L'insegnamento si adatta alle esigenze di ogni singolo bambino per raggiungere l'obiettivo prefissato senza chiedere allo stesso di adattarsi all'insegnamento della musica rigido nelle regole, spesso selettive, e non da tutti applicabili dal primo momento.
In base alle fasce di età opportunamente divise e quindi collegati anche alla capacità o meno di lettura dei bambini, gli obiettivi variano e saranno concordati. Le attività sono organizzate per far acquistare il senso ritmico, utilizzare le altezze dei suoni, sviluppare l'orecchio, apprendere i segni principali della dinamica, le note musicali e la capacità di coordinarsi. Attraverso collaudati modelli pedagogici musicali arriviamo a leggere le note sul pentagramma e cantiamo semplici ma significative melodie tradizionali e/originali.
Vi saranno inoltre momenti di improvvisazione ritmica collettiva e individuale attraverso lo strumentario musicale e/o strumenti tradizionali.
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Imparo a suonare ma giocando!
“Per imitare ed eseguire con esattezza una sequenza ritmica non è sufficiente averlo compreso a livello intellettivo ma è necessario stabilire molto rapidamente un vero e proprio legame tra la mente che analizza la cellula ritmica e il corpo che la deve eseguire”.
Un cenno sull’insegnamento della musica
Il metodo è la sintesi di alcuni tra i più importanti metodi utilizzati in Europa, che fanno capo alla pedagogia romantica come: E. J. Dalcroze Viennese, didatta della musica, lo “Schulwerk” di C. Orff, Compositore tedesco ideatore dello strumentario Orff e dello Schulwerk, insieme di brani e di esercizi attraverso i quali i bambini sviluppano il senso ritmico, imparano ad esprimersi musicalmente ed improvvisano con ritmi e suoni, “la ritmica integrale” di L. Bassi, Pedagogista musicale, G. Bianchi Insegnante e didatta della musica. La finalità è FAR CAPIRE IL LINGUAGGIO: i ritmi, il tempo, la melodia, l’armonia facendo apprezzare tutti gli elementi della musica per quello che sono, educando allo stesso tempo attraverso semplici azioni espressive l’orecchio, la voce, il senso ritmico, dando così i mezzi per un giusto coordinamento delle azioni con gli strumenti. L’educazione all’orecchio ha lo scopo di abituarlo a riconoscere non solo le note musicali ma tutto ciò che può essere classificato suono, andando ad approfondire le varie sezioni: timbrica, melodica, armonica e ritmica. L’educazione alla voce vuole scoprire tutte la capacità dell’apparato stesso, imparando a dominarlo per poi riuscire a riprodurre tutti i suoni possibili. Far conoscere il ritmo significa acquisire la capacità di gestire le scansioni ritmo-temporali distribuite nel tempo, sia attraverso l’apparato motorio che non; ed attraverso tutti questi elementi elaborare eventi sonori con l’aiuto degli strumenti didattico musicali. Altro punto molto importante è l’ascolto; con questo non si intende solo ascoltare la musica, a livello uditivo superficiale ma, riuscire ad acquisire dei criteri e delle abitudini che permettono di capire, parlare, inventare testi, gesti grafici azioni ed anche musica, in parole povere, la musica deve diventare stimolo e modello per la creatività. Educare alla musica significa usare la musica come mezzo per la socializzazione, per superare situazioni di egocentrismo o di emotività da parte di componenti di un gruppo o di una classe. Sarà il mezzo per apprendere, perché con lo sviluppo di giochi ed esercizi si ha la possibilità di insegnare e far conoscere usi e costumi di vari popoli e mezzi espressivi collettivi diversi; inoltre è uno strumento per mettersi alla prova e aumentare la creatività degli individui.Ottenuta una buona socializzazione, il gioco musicale prende l’aspetto di un gioco di regole: il gioco del “far finta” che mima il reale e lo aggiusta a modo proprio. L’esigenza espressiva e il significato di musica si congiungono con il gioco simbolico e l’organizzazione. L’esecutore musicale accentua i suoi gesti, tutto il suo corpo viene coinvolto e con esso trasmette il suono, aumentandone così l’emissione. affrontate le tematiche legate all’ascolto, con precisi esercizi intesi non solo come ascoltare la musica a livello uditivo superficiale, ma riuscire ad acquisire dei criteri e delle abitudini che permettano di capire e essere agevolato nel percorso di apprendimento musicale.
Gli esercizi mirati al conoscere il ritmo e il tempo danno la capacità di gestire le scansioni ritmo-temporali distribuite nel tempo, sia attraverso l’apparato motorio ma anche utilizzando talvolta il corpo come strumento, e attraverso gli strumenti musicali specifici della didattica. Il progetto e le relative delucidazioni sulle lezioni verranno fornite appena richieste.